The Roots Radics: La Band che ha definito il Dancehall Reggae
Roots Radics by Beth Lesser

The Roots Radics: La Band che ha definito il Dancehall Reggae

I Roots Radics Band hanno trasformato la musica reggae nei primi anni ’80 con uno stile ritmico minimalista ma potente. Il loro approccio era più pulito, energico e adatto a una nuova era, abbandonando i sonori più densi e sfumati del passato.

Collaborando con ingegneri innovativi come Scientist, Soljie e Peter Chemist, i Radics hanno inaugurato quello che sarebbe diventato il marchio distintivo del dancehall dei primi anni ’80. Inizialmente si erano formati per colmare il vuoto lasciato da Sly e Robbie quando questi ultimi avevano lasciato i Channel One Studios, dove erano stati figure chiave della band residente.

Dwight Pikney & Flabba Holt (photo from @flabbaholt_rootsradics)
Dwight Pikney & Flabba Holt (photo from @flabbaholt_rootsradics)

In quegli anni iniziali, Channel One si affidava a vari musicisti sotto il nome di The Channel One All Stars, spesso con una formazione rotante.

I Roots Radics sono emersi da questa situazione, inizialmente come un gruppo flessibile di musicisti disponibili per ogni sessione. Tuttavia, si sono presto solidificati in un’unità coesa che ha indirizzato il reggae verso una nuova direzione. Dwight Pikney ricorda: “Volevamo mantenere la musica semplice, con un beat potente, per renderla accessibile al pubblico del Dancehall.”

La loro storia è iniziata quando Henry Junjo Lawes, all’epoca un giovane produttore, ha riunito musicisti per lavorare con Barrington Levy presso Channel One. I primi membri includevano il chitarrista ritmico Eric ‘Bingi Bunny’ Lamont e il bassista Errol ‘Flabba’ Holt, entrambi ex membri dei Morwells.

Col tempo, si sono evoluti da una formazione informale alla consolidata band dei Roots Radics, esibendosi anche precedentemente con Prince Far I come ‘The Arabs’.

I loro ritmi sono stati utilizzati da Junjo Lawes e Jah Life per i primi album di Barrington Levy, come Englishman e Bounty Hunter, che hanno introdotto gli ascoltatori a un nuovo sapore reggae caratterizzato da ritmi melodici e dalla voce chiara di Levy.

La prima formazione della band includeva musicisti come Winston ‘Bo Beep’ Bowen, Earl ‘Chinna’ Smith e i tastieristi Ansel Collins e Gladdy Anderson. Nel 1980, Lincoln Valentine ‘Style’ Scott si unì alla batteria, sostituendo Carlton ‘Santa’ Davis, mentre Dwight Pikney subentrò alla chitarra solista, contribuendo costantemente all’evoluzione del sound della band.

Steely Johnson, poi del duo Steely and Cleevie, divenne il tastierista permanente e la forza trainante della band in studio. Conosciuto come ‘un altro Jackie Mittoo,’ Steely iniziò la sua carriera a 12 anni e contribuì notevolmente agli arrangiamenti e alla produzione in studio dei Roots Radics. Ha lavorato su album di spicco come Africa Must Be Free di Hugh Mundell e ha suonato per Ghetto-ology di Sugar Minott.

In tournée con Gregory Isaacs, le cui vocali rilassate si abbinavano perfettamente al loro groove, i Radics costruirono una reputazione nel supportare artisti di successo. Collaborarono anche con Bunny Wailer, aiutandolo a modernizzare il suo sound nell’album Rock ‘n’ Groove nel 1981.

Flabba Holt attribuì il loro successo a uno stile distintivo, sottolineando l’innovazione anche nei ritmi classici. Quando la tecnologia digitale trasformò il reggae a metà degli anni ’80, i Roots Radics divennero meno centrali nelle sessioni, ma la loro influenza rimase.

Flabba Holt è stato successivamente parte della band in tournée di Israel Vibration, continuando a produrre musica, spesso con Beres Hammond. Bingy Bunny è scomparso nel 1993, e Style Scott ha seguito il suo percorso con Adrian Sherwood e la sua etichetta, Lions and Roots. Steely Johnson passò con disinvoltura dai Roots Radics ai ritmi computerizzati, guadagnandosi una reputazione per il vasto lavoro di sessione nella storia del reggae.

Dwight Pikney, coinvolto nella Jamaican Vintage Artists Association (JAVA), è rimasto impegnato a preservare il patrimonio musicale della Giamaica, oltre a continuare nella produzione musicale e nel lavoro di sessione. Il suo album solista, Jamaican Memories by the Score (1999), ha ricevuto numerosi premi e ha rafforzato la sua dedizione alla tradizione del reggae.

Source and cover image: The Rise of Jamaican Dancehall Culture by Beth Lesser

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