The Wailers vs Bob Marley & the Wailers: Qual è la Differenza?
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The Wailers vs Bob Marley & the Wailers: Qual è la Differenza?

Questo articolo è stato aggiornato a luglio 2025.

Se hai mai sfogliato una collezione di vinili reggae o ascoltato una playlist di Bob Marley, è probabile che tu abbia visto i nomi The Wailers e Bob Marley & the Wailers usati in modo intercambiabile. Tuttavia, questi nomi si riferiscono a due formazioni e periodi distinti di uno dei gruppi musicali giamaicani più influenti della storia.

In questa guida approfondita di Enki’s Music Records, esploriamo l’evoluzione del gruppo: dalla sua nascita come trio vocale nel 1963 fino alla trasformazione in una band internazionale guidata da Bob Marley. Comprendere questa distinzione non è solo una curiosità musicale: è essenziale per collezionisti di vinili, storici della musica e appassionati autentici di reggae.

Origini: Chi Erano i The Wailers?

La formazione originale di The Wailers nasce a Kingston, Giamaica, nel 1963 come gruppo vocale armonico. I membri fondatori erano:

  • Bob Marley – Chitarra, voce
  • Neville “Bunny Wailer” Livingston – Percussioni, voce
  • Peter “Tosh” McIntosh – Tastiere e/o chitarra, voce
  • Junior Braithwaite – Voce principale
  • Beverley Kelso e Cherry Smith – Cori

Prima di adottare il nome definitivo The Wailers, il gruppo fu conosciuto anche come The Teenagers, The Wailing Rudeboys e The Wailing Wailers.

Il Primo Successo: Simmer Down (1964)

Registrato presso Studio One con il supporto di The Skatalites, Simmer Down fu un successo immediato in Giamaica, imponendo The Wailers come protagonisti della scena ska.

Nel 1966, rimasero solo Marley, Tosh e Bunny Wailer, che iniziarono a evolversi dallo ska verso un sound più lento e spirituale che si sarebbe trasformato nel reggae.

Bunny Wailer, Bob Marley e Peter Tosh (da sinistra a destra) sono generalmente riconosciuti come i Wailers originali
Bunny Wailer, Bob Marley e Peter Tosh (da sinistra a destra) sono generalmente riconosciuti come i Wailers originali

L’Espansione: L’arrivo dei Fratelli Barrett e di Lee “Scratch” Perry

Nei primi anni ’70, The Wailers si ampliarono oltre il trio vocale, accogliendo:

  • Aston “Family Man” Barrett – Basso
  • Carlton Barrett – Batteria

Entrambi provenivano dagli Upsetters, la band di accompagnamento del pioniere del dub Lee “Scratch” Perry. Le collaborazioni con Perry portarono alla creazione di prime opere fondamentali del reggae, tra cui:

  • Mr. Brown (1970)
  • L’album Soul Rebels (1970), registrato presso Randy’s Studio e pubblicato nel Regno Unito da Trojan Records

Questa formazione combinava ritmi precisi, liriche mistiche e un’energia cruda che attirò rapidamente l’attenzione internazionale.

L’Era Island Records: L’Ascesa al Successo Globale

Nel 1972, The Wailers firmarono con la casa discografica britannica Island Records, segnando l’inizio del loro cammino verso la fama mondiale. I primi due album pubblicati con Island furono:

  • Catch a Fire (Aprile 1973)
  • Burnin’ (Novembre 1973)

Sebbene inizialmente non abbiano scalato le classifiche, questi album furono acclamati dalla critica e contribuirono a far conoscere il nuovo sound reggae del gruppo a un pubblico più ampio.

Un Nuovo Capitolo: Bob Marley & the Wailers (Dopo il 1974)

Nel 1974, Peter Tosh e Bunny Wailer lasciarono il gruppo, in disaccordo con la direzione commerciale presa da Island Records e con il crescente ruolo di leadership di Marley. Da quel momento in poi, la band fu ufficialmente chiamata Bob Marley & the Wailers.

La Formazione di Bob Marley & the Wailers:

  • Bob Marley – Voce principale, chitarra ritmica
  • Aston & Carlton Barrett – Basso e batteria
  • Al Anderson – Chitarra solista
  • Bernard “Touter” Harvey – Tastiere
  • The I-Threes – Coriste: Rita Marley, Marcia Griffiths, Judy Mowatt

Questa formazione debuttò con l’album Natty Dread (1974), seguito da Live! (1975), registrato al Lyceum Theatre di Londra. La versione live di No Woman, No Cry divenne il primo grande successo di Marley nelle classifiche del Regno Unito, contribuendo a trasformarlo in una vera icona mondiale.

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Bob Marley & the Wailers negli anni 70

Evoluzione del Sound dei Wailers: 1976–1980

Bob Marley & the Wailers continuarono a pubblicare album di enorme successo, spesso con cambiamenti minori nella formazione:

Rastaman Vibration (1976)
Includeva: Marley, i fratelli Barrett, le I-Threes, Tyrone Downie (tastiere), Alvin “Seeco” Patterson (percussioni), Earl “Chinna” Smith (chitarra ritmica) e Donald Kinsey (chitarra solista)

Exodus (1977)
Chinna Smith e Kinsey vennero sostituiti da Junior Marvin.

Kaya (1978)
Conteneva i brani celebri Is This Love e Satisfy My Soul. Particolarmente apprezzato nel mercato britannico.

Survival (1979) e Uprising (1980)
Approfondivano la miscela unica di politica, spiritualità e romanticismo che caratterizzava Marley.

La Morte di Marley e le Pubblicazioni Postume

Bob Marley morì nel 1981 a causa di un melanoma, ma la sua eredità musicale continuò a crescere attraverso pubblicazioni postume:

  • Confrontation (1983) – Include Buffalo Soldier
  • Legend (1984) – Diventato uno degli album reggae più venduti di sempre
  • Compilations come Rebel Music (1986), Talkin’ Blues (1991) e Natural Mystic (1995) mantennero viva la sua voce

Perché C’è Confusione tra The Wailers e Bob Marley & the Wailers?

Il nome “Bob Marley & the Wailers” viene spesso usato in modo improprio per etichettare anche le registrazioni precedenti al 1974. Molte compilation, in particolare quelle pubblicate da Island Records, ri-etichettano le canzoni del trio originale (Marley, Tosh e Bunny) sotto il nome di Marley per fini commerciali.

Come osserva il critico musicale William Ruhlmann:

“Nella pratica, le registrazioni di Bob Marley & the Wailers possono riferirsi a qualsiasi brano con Marley prodotto tra gli anni ’60 e ’80, anche se gli ascoltatori più attenti ritengono che il nome vada applicato solo alle performance del gruppo attivo dal 1974 alla morte di Marley nel 1981.”

Fonti:
Biography by William Ruhlmann on allmusic.com

Photos from pinterest and factmag.com

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