Il dub mixer e produttore discografico Lloyd James, meglio conosciuto come Prince Jammy o King Jammy, nacque nel 1947 a Montego Bay in Giamaica. Si trasferì a Kingston e si avvicinò alla musica in giovane età, anche grazie al fatto che viveva nel quartiere Waterhouse, nella stessa strada del leggendario tecnico elettronico e operatore di sound system Osbourne Ruddock, in arte King Tubby.
Lloyd James dimostrò una notevole conoscenza dell’elettronica e iniziò presto a costruire amplificatori e a realizzare un proprio sound system alla fine degli anni ’60.
Lasciò per un breve periodo la Giamaica per lavorare in Canada e tornò a Kingston nel 1976, quando creò il suo studio nella casa dei suoceri a Waterhouse. Nello stesso anno, Phillip Smart lasciò lo studio di King Tubby e Jammy lo sostituì come dub master.
King Tubby fu un mentore per Prince Jammy, i cui dub divennero famosi per la pulizia del suono e gli effetti. Jammy ebbe modo di lavorare con Yabby You e Bunny ‘Striker’ Lee, che rimase impressionato dalla sua padronanza delle strumentazioni e si servì quasi esclusivamente delle capacità di Jammy.
Nel 1977, il giovane ingegnere si ritrovò a mixare la maggior parte dei ritmi che passavano per lo studio di King Tubby. Tra i suoi successi più importanti troviamo il mixaggio della controparte dub di “In the Light” di Horace Andy.
La registrazione del debutto dei Black Uhuru fu la prima importante avventura di Prince Jammy nel suo lavoro di produzione e sancì la svolta per il giovane trio vocale di Kingston. Continuò a mixare i brani di Black Uhuru per il set Jammy’s in Lion Dub Style e produsse altri album e singoli di successo per artisti dancehall emergenti come Junior Reid e Half Pint.
Da quel momento, Prince Jammy diventò uno dei più influenti produttori di musica dancehall degli anni ’80. Il suo più grande successo fu un hook ritmico interamente digitale, “Under Me Sleng Teng” di Wayne Smith (1985). Molti attribuiscono a questa canzone il primo ritmo digitale del reggae, che ha contribuito alla nascita dell’era dancehall moderna e al riconoscimento di Prince Jammy come King Jammy. Ad eccezione della voce di Wayne Smith, ogni elemento della canzone era digitale.
All’alba degli anni ’80, Greensleeves pubblicò il set Big Showdown: una battaglia dub fittizia tra Jammy e l’ex collega di Tubby, Hopeton “Scientist” Brown. Quest’ultimo sosteneva di aver fatto la maggior parte del lavoro nei grandi successi pubblicati da King Tubby, ma Jammy si prendeva la maggior parte dei meriti e dei riconoscimenti.
Le produzioni e il sistema audio di Jammy dominarono la musica reggae fino agli anni ’90, un decennio che vide molte ristampe dei classici lavori di mixaggio di Jammy. Anche suo figlio John John è diventato un discografico affermato in quegli anni.
Oggi, King Jammy, che ha ricoperto un ruolo fondamentale in tre delle principali epoche stilistiche del reggae, continua a lavorare come produttore con alcuni dei migliori artisti giamaicani, tra cui Sizzla.
Fonti:
Biography by Nathan Bush on allmusic.com
reggaeville.com
Featured Story by David Katz on factmag.com
Photos by Beth Lesser through reggae-vibes.com