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Dennis Brown: da bambino prodigio a principe del reggae

Dennis Emmanuel Brown nacque a Kingston, in Giamaica, il 1mo febbraio 1957. Suo padre, Arthur Brown, era un importante attore giamaicano, mentre suo fratello Basil era un popolare personaggio radiofonico quando Dennis era ancora bambino.

Circondato dall’arte e dalla musica, Dennis Brown iniziò a cantare da piccolo a scuola. Fu presto scoperto da Byron Lee, che lo ingaggiò per una serie di spettacoli in “Little Dennis Brown” condivideva il palco con star statunitensi e giamaicane. Poco dopo, Brown fu notato dal leggendario produttore Clement Coxsone Dodd dei Studio One Records.

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Presso Studio One, Dennis Brown registrò “No Man Is an Island”, una canzone che divenne un successo in Giamaica e lo affermò come il “bambino prodigio che canta” all’età di 12 anni. All’inizio degli anni ’70, Dennis Brown sfruttò al massimo il suo tempo presso Studio One, come ha raccontato:

“Sono sempre stato con cantanti come Horace Andy, Errol Dunkley, gli Heptones e Delroy Wilson. Ma è stato Alton Ellis che mi ha insegnato a suonare la chitarra. È stato il primo a dirmi che avrei dovuto imparare a suonare uno strumento perché mi avrebbe aiutato a mettere insieme meglio la mia musica. È stato lui a ispirarmi a trovare il coraggio di chiedere a Dodd una chitarra. Alton è stato colui che mi ha mostrato i primissimi accordi. Stavamo insieme, cantavamo insieme, soprattutto io e gli Heptones, imparavamo tutti insieme l’armonia. Mi hanno insegnato molto anche per quanto riguarda la musica. Tutti mi hanno incoraggiato moltissimo”. (Fonte: Trojan Records)

Nel 1972, Studio One pubblicò due album di Dennis Brown, “No Man Is An Island” e “If I Follow My Heart”, che vendettero bene. Il successo maggiore arrivò l’anno successivo con il disco “Super Reggae And Soul Hits” con il produttore Derrick Harriott.

Dennis Brown divenne famoso a livello internazionale con l’uscita dell’eccezionale LP “Visions” con Joe Gibbs, con canzoni rivoluzionarie come “Westbound Train”, “Cassandra”, “Africa”, e il suo brano distintivo “Here I Come” in collaborazione con Niney “the Observer” Holness. Conquistò le classifiche britanniche con canzoni come “Cup of Tea”, “Slave Driver” e “Money in My Pocket”.

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I fan adoravano la voce di Brown e i suoi ritmi orecchiabili ed armoniosi, mentre i produttori apprezzavano il suo talento nell’adattarsi a ogni nuovo stile musicale che arrivava. Ciò portò Dennis Brown a lavorare su almeno 78 album per 37 etichette discografiche nei suoi 30 anni di carriera. Si dice che lo stesso Bob Marley abbia soprannominato Dennis Brown “The Crown Prince Of Reggae” (il principe ereditario del reggae), soprannome che rimase negli anni successivi alla morte di Marley nel 1981.

Nel 1981, Dennis Brown pubblicò il suo più grande successo di quel decennio, “Revolution“, accompagnato da una delle versioni dub di Sly & Robbie più ricercate.

Dennis Brown è diventato l’immagine di una generazione trasmettendo messaggi di felicità, amore, pace e persino un po’ di nostalgia nei suoi testi. Durante gli anni ’80 e ’90, si è esibito costantemente sul palco del Reggae Sunsplash Festival a Montego Bay.

Verso la fine degli anni ’90, la salute di Brown iniziò a peggiorare. Nella primavera del 1999, ebbe problemi respiratori mentre era in tournée in Brasile con Gregory Isaacs, Max Romeo e Lloyd Parks, forse peggiorati da problemi legati all’uso di cocaina. Morì a Kingston il 1mo luglio del 1999 e la causa ufficiale della morte fu attribuita ad un collasso polmonare.

Nel 2011, a Dennis Brown fu riconosciuto l’Order of Distinction in the rank of Commander (CD) per il suo contributo all’industria musicale giamaicana.

Sources:
Biography by Laurence Cane-Honeysett @ Trojan Records
National Library of Jamaica

Photos from: jamaicans.com, jamaica-gleaner.com, pinterest, repeatingislands.com

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